I trucchi a prova di pollice nero per prendersi cura al meglio delle piante più facili da coltivare
Coltivare piante in casa è una fonte di grande soddisfazione a più livelli: sono belle a vedersi e decorano gli ambienti in modo inimitabile, prendersene cura è terapeutico ma soprattutto ci aiutano a purificare l'aria da sostanze dannose per la salute in modo del tutto naturale.
Non tutti però hanno il pollice verde, quindi spesso dopo un paio di clamorosi insuccessi si getta la spugna. Eppure, se le condizioni garantite dalle nostre abitazioni (in termini di luminosità e temperatura) sono sufficienti per far sopravvivere alcune specie, vale la pena tentare scegliendo varietà più facili da coltivare e attenendosi a una serie di regole base.
Scegliete piante facili
Tutti vorremmo abbellire la casa con grandi fiori o fogliame variegato e dalle forme esotiche e affascinanti, ma quasi certamente quelle sono piante che richiedono cure particolari e molto attente. Fortunatamente, però, la moda degli ultimi anni ha fatto tornare alla ribalta piante a lungo ignorate proprio perché sono le migliori per chi ha poca dimestichezza con il verde, purificano l'aria e ormai sono un simbolo di design di interni.
Pothos, sansevieria, falangio, aloe vera, edera comune, crassula sono alcune delle piante semplici da coltivare e che troviamo facilmente in negozi di fiori ma anche supermercati o alcuni grandi negozi di arredamento.
Un minimo di ricerca
Esplorate le varie specie sui motori di ricerca. Esistono tantissime liste di piante "facili" che annoverano specie diverse. Ognuno avrà la sua preferita quanto ad aspetto ma prima di tuffarsi a comprarla è sempre bene avere una chiara idea delle condizioni essenziali che bisogna garantire a ciascuna specie, quindi è bene fare una piccola ricerca e poi magari verificare le informazioni con i vivaisti presso cui ci recheremo, o almeno chiedere nelle nutrite comunità online (ce ne sono su tutti i social e nei forum).
I primi fattori che dovete assicurare sono la luce (non esiste piante che possa vivere sempre al buio o costante penombra, perlomeno in casa) e la temperatura media (di minima e di massima) necessarie per la pianta prescelta.
Foglie gialle o secche? Eliminatele
Una foglia avvizzita o un ramo secco non possono tornare in vita. Quindi, munitevi di forbici da giardinaggio, igienizzatele prima e dopo l'uso (provocherete comunque una ferita alla pianta, e se oltretutto è malata è meglio non aggravare la situazione né diffondere il problema su altri esemplari), e rimuovetele.
Se non siete certi che il ramo sia secco, tagliatene solamente un pezzetto sulla punta e guardate al centro della sezione: capirete subito se non c'è nulla da fare o se invece il ramo è ancora verde e quindi non dovrà essere rimosso.
Innaffiare: meglio poco che troppo
Viene spontaneo pensare che se la pianta sta male abbia bisogno di acqua. Dopotutto è ciò di cui si nutre. Eppure nella stragrande maggioranza di casi è l'eccesso di acqua che porta alla morte delle varie specie, soprattutto nel caso di queste considerate facili da coltivare.
Il ristagno idrico è deleterio per la maggior parte delle piante ornamentali che non siano davvero acquatiche, quindi dovete sempre assicurarvi:
- che il terriccio scelto sia ben sciolto
- Che il vaso abbia sufficienti fori per assicurare la fuoriuscita di acqua
- che il sottovaso in cui si raccoglie l'acqua non si riempia. Quindi potete spostare le piante in un lavandino, doccia o vasca da bagno, innaffiarle e lasciar uscire tutta l'acqua, e poi riporle nei sottovasi o portavasi solo quando avranno smesso di colare. Se invece avete allenato un po' l'occhio potete dare l'acqua direttamente in vaso, magari eliminando quella che rimane nei sottovasi durante l'inverno.
Quindi, quanto spesso innaffiare?
La regola d'oro, per qualsiasi pianta, è innaffiare quando il terreno si è asciugato. A volte però si asciuga solo lo strato superficiale, mentre la terra attorno alle radici si mantiene umida. E non sempre la pianta ci fa capire di aver bisogno d'acqua, anzi a volte vedere rami e foglie che perdono turgore significa che di acqua ce n'è troppa. Cosa fare?
Infilate un dito nel terreno per sentire se anche in profondità il terreno è ormai asciutto o quasi. Allora potrete innaffiare nuovamente. Online o nei negozi specializzati si trovano anche dei misuratori di umidità del terreno a prezzi economici, che sono utili indicatori per chi non vuole star sempre a sporcarsi le mani.
Se invece trovate il terreno bagnato, ma la pianta sembra sofferente ed è passato molto tempo dall'ultima volta che l'avete innaffiata significa che c'è un ristagno idrico dannoso. Purtroppo è difficile recuperare un esemplare in queste condizioni, ma si può tentare una serie di manovre volte a far asciugare il terreno più in fretta: spostate la pianta alla luce del sole se già non ci stava, e magari estraetela con delicatezza dal vaso insieme tutto il panetto di terra. Potrete constatare se il terreno è inzuppato o magari se ci sono anche vermi (e lì dovrete somministrare un medicinale apposito), o più semplicemente se c'era qualche ostruzione che impediva il deflusso dell'acqua dal vaso stesso.
Non esagerare con i fertilizzanti
Anche nel caso dei fertilizzanti meglio evitare di usarli se non si ha un po' di dimestichezza, e in ogni caso usarli con parsimonia. Non sono infatti sostanze miracolose che possono coltivare la pianta al posto nostro, ma servono magari a sopperire a qualche mancanza, oppure stimolare una crescita un po' più rapida o una fioritura più vistosa, ma spesso stressano la pianta portandola a patire di più, e se somministrati in forma troppo concentrata la bruciano senza possibilità di rimedio.
Se proprio si vuole tentare, meglio scegliere sostanze naturali adatte alla varietà che abbiamo in casa, che danno risultatati in tempi più lunghi ma sono meno aggressivi e comunque rispettando le dosi consigliate.
Buon giardinaggio!