I consigli e le dritte per avere dei gerani bellissimi e farli durare a lungo
Una delle piante che più spesso vediamo nelle case sono di certo i gerani: li troviamo pronti da comprare soprattutto dalla tarda primavera e per tutta l’estate, e spesso li notiamo che abbondano nelle fioriere di tanti balconi o in grandi vasi in giardino.
Il motivo del loro successo rispetto a tante altre piante ornamentali sta nel fatto che sono estremamente decorativi ma soprattutto piuttosto semplici da coltivare, e se ce ne prendiamo cura nel modo migliore possiamo tornare a godere della loro bellezza di anno in anno.
Quelle piante dalle infiorescenze vistose che però chiamiamo comunemente gerani “zonali” sono in realtà pelargoni, e fanno parte della famiglia delle Geraniaceae che comprende circa 300 specie e subspecie diverse, native soprattutto dell’Africa del Sud. A seconda del tipo, le piante possono raggiungere un’altezza che varia dai 30 ai 150-180 cm, e alcune sono erbacee annuali, altre perenni, alcuni degli arbusti; inoltre, possono essere sempreverdi o decidue, ed alcune varietà hanno foglie profumate (nonché di forme e colori molto diversi tra loro) che le rendono davvero affascinanti.
I cosiddetti gerani zonali e i francesini (quelli con fiori più piccoli, gambi sottili e flessuosi, spesso con portamento ricadente),sono i più facili da reperire nei negozi, mercati o supermercati. Per le varietà particolari e da collezione, invece, vale la pena informarsi online presso vivai specializzati (alcuni vendono anche per corrispondenza) o recarsi alle numerose fiere florovivaistiche organizzate in primavera e in autunno un po’ ovunque.
Esposizione
I pelargoni più comuni (francesini compresi) amano il sole, quindi bisogna assicurare loro diverse ore di sole diretto. in casa questo significa garantire almeno 4 ore di luce diretta (o prevedere lampade per la crescita delle piante) su davanzali di finestre esposte a sud/ovest. Alcune delle varietà più rare e da collezione, invece, preferiscono una sistemazione in mezz'ombra o quantomeno riparata durante le ore più calde della giornata, altrimenti rischiano di rovinarsi notevolmente.
A meno che non viviate in zone tendenzialmente calde, quindi, i vostri gerani potranno rimanere in giardino o sul balcone senza problemi durante l’estate, magari provvedendo a sistemare un sottovaso per la raccolta dell’acqua nei periodi più caldi. Quando ancora l’autunno è mite, potete ancora lasciarli fuori, togliendo i sottovasi quando cominciano ad intensificarsi le piogge (così da evitare ristagno idrico) e poi, con l’arrivo dei primi freddi notturni dovrete ripararli.
La temperatura ideale per la maggior parte di queste piante, infatti, si aggira sui 10-15° di notte e 18-23° di giorno.
Questo significa che d’inverno le specie più robuste dovranno essere messe in un angolo al riparo da venti e pioggia, oppure coperte con tessuto non tessuto (che però a volte non è sufficiente a proteggerle dai picchi di freddo notturni dell’inverno). Per quelle più delicate - e in genere in ogni zona in cui la temperatura di notte scende spesso sotto ai 4°- si consiglia di ritirarli in casa, garantendo sempre la giusta quantità di luce al giorno, oppure in serre coperte e riparate (anche quelle fai-da-te), che dovrete ricordarvi di areare una volta al giorno o massimo ogni due giorni.
Irrigazione
Per la maggior parte delle piante, compresi i pelargoni, vale la regola d’oro per cui bisogna annaffiare abbondantemente solo quando il terreno si è completamente asciugato. A seconda del clima delle vostre case e del periodo dell’anno, quindi, questo si traduce in innaffiature più frequenti in estate (due o anche tre volte alla settimana) che vanno man mano diradandosi con l’arrivo del freddo, quando i gerani riparati in casa (se non fa eccessivamente caldo nella stanza) possono andare avanti anche qualche settimana prima di dover essere innaffiati di nuovo. Se in giardino, nei periodi freddi a volte bastano anche solo l’umidità della notte e le piogge, per lunghi periodi, ma vale sempre la pena controllare il terreno.
Per capire se il terreno è asciutto, infilate un dito in modo da sentire se la terra è magari ancora umida sotto allo strato superficiale di 5-7 cm. Qualora sia umida, aspettate ancora un paio di giorni prima di ricontrollare: i gerani, infatti, temono molto il marciume radicale, che spesso ne causa la morte.
Concimazione
I gerani tenuti in vaso hanno bisogno di concime bilanciato in azoto, fosforo e potassio (20-20-20), mentre se riusciste a tenerli in terra (nei luoghi più caldi anche d’inverno è possibile), potrebbe bastare del semplice compost e concime organico prima di essere interrati.
Il potassio è quello che intensifica di più il colore, mentre l’azoto promuove la crescita della pianta, e bisogna fare molta attenzione a non esagerare con questa sostanza per non forzare proprio uno sviluppo innaturale dell’esemplare.
Esistono concimi sia liquidi che granulari, l’importante è che le tre componenti siano presenti in parti uguali. La frequenza di somministrazione è indicata sulle confezioni, ma vale sempre come regola generale l’astenersi dal concimare le piante nel periodo di dormienza (autunno e soprattutto inverno) e quando fa troppo caldo.
Evitate i rimedi naturali che acidificano troppo il terreno, come i fondi del caffè.
Quando piantarli e potarli
Il modo più comodo di coltivare i gerani è in vaso, di una o due misure più grande rispetto a quello in cui sono contenuti al momento dell’acquisto, e da aumentare poi gradualmente negli anni. Tenerli in vaso significa poterli spostare facilmente quando arriva l'inverno. Per questo, c’è anche chi li interra con tutto il vaso, in modo da estrarli all’occorrenza. Va segnalato che però questo rimedio potrebbe avere l’inconveniente di dover strappare un po’ le radici eventualmente fuoriuscite e che hanno attecchito nel terreno del giardino.
Il periodo migliore per piantarli (o trapiantarli) è appena finisce il freddo invernale, quando non c'è più rischio di gelate notturne o di improvvisi picchi di freddo.
Quanto alle potature, la maggior parte delle specie tende a crescere con un portamento un po' disordinato se lasciati a se stessi, per cui si consiglia sempre di procedere alla potatura alla fine dell’estate se hanno spigato troppo, accorciando i rami troppo lunghi per far accestire la pianta, in modo che cresca con un portamento più compatto. Si può anche tornare a spuntare le piante entro la metà di aprile, dopo la fine del freddo, ma in modo più delicato e puramente contenitivo, dato che potrebbe comprometterne la fioritura.
Propagazione
Potare a fine estate permette di potrete usare i rami tagliati per propagare le piante per talea: tra settembre e ottobre, infatti, le temperature sono ancora abbastanza miti da permettere ai pezzetti di rami ricavati dalla potatura di radicare abbastanza da sopravvivere all’inverno. Anche con le talee ricavate dall’eventuale potatura a fine inverno si possono creare nuove piante, che però molto probabilmente non riusciranno a fiorire in tempo per quell’anno.
Durante tutta la fase vegetativa, poi, si raccomanda sempre di ispezionare le piante e rimuovere eventuali foglie e steli secchi: nei gerani zonali si riescono ad asportare in genere molto facilmente, staccandoli delicatamente con le mani, ma qualora notaste che fanno anche solo un minimo di resistenza, invece di rischiare di spezzarli e lacerare la pianta esponendola a malattie e infezioni, usate forbici affilate e sterilizzate per un taglio netto.
Parassiti
Tendenzialmente i pelargoni più comuni sono piante molto resistenti, ma purtroppo sembra diffondersi sempre più un parassita molto nocivo, ovvero una farfallina conosciuta come Farfalla o Licena del geranio, il cui nome scientifico è Cacyreus marshalli.
Si tratta di un insetto dalle ali grigie o marrone chiaro lunghe circa 30 mm, che nella forma adulta mostrano striature color crema, e le cui larve (di circa 10mm) sono di color verde chiaro. Originaria del Sud Africa, si è poi diffusa velocemente in Europa ed Asia.
Questa farfalla crea danni visibili soprattutto durante la stagione calda, quando le larve sono più attive: sono queste, infatti, che si nutrono soprattutto dei fiori fino a mangiarli completamente, e talvolta provocano vistosi buchi anche nelle foglie (se invece vedete solo i buchi delle foglie, è più probabile che si tratti di lumache).
Questi parassiti si sviluppano più lentamente nei periodi freddi, e non riescono a sopravvivere all’inverno solo nei luoghi dove si raggiungono temperature molto rigide, altrimenti purtroppo continuano a prosperare. Sebbene le larve rimangano nascoste nei boccioli, si notano macchioline scure e forellini nei sepali o nei gambi.
Per curare le piante affette da questi parassiti si consiglia di usare un insetticida sistemico, cioè che viene somministrato sul terreno e penetra e si diffonde in tutta la pianta. Questo tipo di prodotti, in genere, riesce a proteggere la pianta per un mese, quindi è probabile che si debba ripetere la somministrazione dalla fine della primavera fino a quando le farfalline non sono state debellate. Per i casi più gravi, la seconda dose può essere somministrata anche dopo due settimane dalla prima.
Buon giardinaggio!