I consigli per coltivare il timo, la pianta aromatica che non può mancare in casa
Tra le piante aromatiche che non possono mancare in casa c’è di certo il timo: questo arbusto perenne dalle dimensioni piccole e compatte è facilissimo da coltivare, molto profumato anche al tatto e aggiunge un gradevole aroma a tantissimi piatti diversi in cucina.
Può essere infatti coltivato sia come erba aromatica da usare per cucinare piatti che come pianta ornamentale: in primavera si copre infatti di una miriade di piccoli fiori delicati, di colore bianco con sfumature rosa, per questo è bello sia nei vasi che nelle aiuole.
È inoltre una coltura davvero poco esigente quanto a irrigazione e terreno, ama il caldo ma resiste anche al freddo, tanto che viene coltivato persino negli orti di montagna e non è raro incontrare prati ad alte quote in cui cresce il timo, che sprigiona un profumo fantastico a ogni passo.
Il timo usato in cucina è il timo comune (Thimus vulgaris), che ha le foglie molto piccole e i rami legnosi. Esiste poi una pianta usata perlopiù a livello ornamentale, ovvero il timo serpillo o strisciante (Thymus serpyllum), che fa foglie più sottili, portamento tappezzante e si contraddistingue per le fioritura più vistosa, di colori diversi a seconda dei cultivar. Ancora, sempre più diffuso è il timo limone (Thimus citronium), dalle foglioline di un verde chiaro, spesso dorate sui margini, e che deve il suo nome però all’aroma che ricorda proprio quello del limone.
Il nome del timo deriva dal termine greco θυμός (thymos), che indica il concetto di “anima emozionale” e coraggio. Si racconta che i guerrieri prima di andare in battaglia annusassero un rametto di timo, che avrebbe infuso coraggio nel loro animo, e pare che durante la rivoluzione francese anche i repubblicani lo portassero con sé. Tradizionalmente, inoltre, questa pianta medicinale è stata associata al buon umore e all’energia positiva: insomma, vale proprio la pena di coltivarne una piantina in casa, no?
Esposizione
Che sia coltivata in piena terra o in un vaso, questa pianta ha bisogno di essere esposta al pieno sole: si tratta infatti di un’erba aromatica che ama molto il caldo e cresce il luoghi aridi, ma riesce anche a sopravvivere a temperature più basse, essendo in grado di resistere anche ad eventuali gelate e sbalzi di temperatura. Non può però stare troppo all’ombra e anzi, quanto più è esposta al sole tanto maggiore sarà la concentrazione di oli essenziali al suo interno.
Terreno e impianto in vaso o in terra
Il timo non è affatto esigente in quanto a terreno di coltivazione: cresce infatti anche in terreni poveri di nutrienti. L’unica esigenza è che siano molto ben drenanti e non argillosi, perché le radici della pianta possono facilmente venire attaccata da funghi in caso di eccessiva e prolungata umidità.
Nella coltivazione in vaso, quindi, bisogna prediligere un terriccio cosiddetto a medio impasto, ovvero terriccio universale mescolato con ghiaia, sabbia torba e compost, così da essere ben sciolto e comunque sufficientemente ricco di nutrienti per lo sviluppo della pianta. Sul fondo del vaso, inoltre, è sempre bene stendere uno strato alto un paio di dita o più di argilla espansa o, in alternativa, delle pietre. Il momento ideale per piantare il timo è in primavera, o comunque nei periodi in cui il clima è mite, così da dare il tempo al giovane esemplare di adattarsi alla nuova posizione e radicare per bene.
Quando invece viene piantato in un’aiuola o nell’orto, è bene preparare per bene il terreno vangando a fondo per smuovere la terra, e poi zappando un po’, magari aggiungendo un po’ di compost. Prima di andare a scavare le buche per le piante, usate un rastrello per livellare di nuovo il terreno. Se nel lavorare il terreno vi rendete conto che è molto ricco e umido, o peggio ancora argilloso, fate una buca più ampia e profonda e riempitela poi con terriccio misto a sabbia e ghiaia: sarà in questo substrato più sciolto e leggero che sistemerete la pianta, in modo che le sue radici crescano sempre in un terreno drenante.
Se non avete fretta e avete aggiunto il compost nel terriccio, c’è chi consiglia di attendere 5-7 giorni prima di interrare la piantina: è un modo per dare il tempo al terreno di “riposare” e cominciare a far interagire i vari microorganismi della terra e del compost.
Riproduzione
Ci sono tre modi per riprodurre le piantine di timo: da seme, per divisione dei cespi oppure per talea.
La riproduzione per seme è più lunga e laboriosa: non proprio difficile, ma comunque poco indicata per chi non ha un minimo di esperienza con questo tipo di coltivazione. Si tratta infatti di creare un semenzaio in cui far germogliare i semi tra la fine di marzo e i primi di aprile. I vassoi o vasetti con questi semi (che vanno messi proprio al di sotto dello strato superficiale) devono essere tenuti in un luogo riparato, caldo e asciutto finché la pianta non potrà essere rinvasata.
Questo sarà possibile quando ormai la piantina arriva ad un’altezza di circa 10-15 cm. In genere quindi si aspetta fino ad agosto per poter rinvasare il timo in vasi più grandi o in terra, tenendo le piante a circa 25 cm di distanza tra loro, ricoprendo con delicatezza le radici con il terreno.
La divisione dei cespi è invece un metodo di propagazione usato per molte piante aromatiche che consiste nell’espiantare la pianta, tirandola fuori con tutte le radici, e poi procedendo a dividere l’arbusto in più parti longitudinalmente, ovvero lasciando che ogni parte abbia un po’ di chioma e apparato radicale. Questa operazione può essere effettuata in primavera o in autunno, mai nei periodi troppo freddi o nei mesi caldi e siccitosi.
La riproduzione per talea è la più comune: si devono prelevare i rami legnosi laterali tagliando con forbici affilate e disinfettate, preferibilmente in primavera oppure nella prima parte dell’autunno, finché il clima è sufficientemente mite. Il rametto andrà poi piantato in un vasetto (in cui avrete preparato lo stesso tipo di terriccio indicato prima, ben sciolto), innaffiato subito e poi ogni volta che il terreno si asciuga. Per facilitare meglio la produzione di radici, si può bagnare la parte tagliata del rametto in acqua e poi passarla dentro alla polvere radicante (ormone radicante), e poi sistemarla nel terreno. È un metodo più semplice, adatto anche a chi non è ancora molto pratico di giardinaggio.
Subito dopo la divisione, semina, talea o trapianto bisogna ricordarsi di innaffiare la pianta con regolarità: non sono infatti ancora piante con un apparato radicale sviluppato capaci di resistere alla siccità come quelle adulte, quindi bisogna sempre controllare il terreno e bagnare di nuovo appena non è più umido, senza però esagerare per non scadere nell’eccesso opposto, del ristagno idrico.
Potatura e concimazione
Il timo viene tagliato spesso per raccoglierne i rametti, ma in quei casi così come quando serve potare la pianta, è bene non esagerare: tutte le piante che hanno rametti legnosi, infatti, patiscono molto se questi vengono accorciati troppo, ovvero tagliati vicino alla base, senza lasciare sufficienti foglioline sul ramo attaccato alla pianta.
Per cui è sempre bene effettuare una potatura meramente contenitiva, che aiuti il timo a mantenere una chioma fitta e compatta: intervenite sui rami che si sono allungati di più, quelli che lo rendono più “disordinato”, e usateli per talea oppure per cucinare. Bisogna inoltre sempre tagliare con forbici ben affilate e disinfettate: non strappare a mano né usare coltelli. Il taglio deve essere netto in modo da cicatrizzare velocemente, senza rischio di infettare la pianta.
Quanto alla concimazione, una volta all’anno si può aggiungere al terriccio intorno alla pianta un po’ di compost o stallatico in pellets (non se è il primo anno e lo avete fatto già al momento dell’impianto), così da conferire la sufficiente quantità di sostanze organiche e nutritive. Non ne serve molto, perché anzi il timo non vuole un terreno troppo ricco.
Inoltre, ogni 3 o 4 volte all’anno si può irrigare la pianta con il macerato di ortica, un rimedio super efficace e del tutto naturale che fa bene un po’ a tutto l’orto e non solo. Si ottiene riempendo grandi secchi (magari di quelli di plastica in cui si mescolano le vernici) con l’ortica estirpata dall’orto o giardino, liberata della terra in eccesso, e poi riempendo il secchio con acqua. L’ortica dovrà macerare coperta per qualche giorno, ed emetterà un odore sgradevole, e poi bisognerà semplicemente filtrare (ma non è necessario) e versare l’acqua direttamente sul suolo attorno alle piante.
Irrigazione
Un altro motivo per cui il timo è una pianta davvero facile da coltivare, quindi adatta a tutti coloro che si affacciano per la prima volta nel mondo del giardinaggio, e che non ha bisogno di costanti cure nemmeno quanto a irrigazione.
Quando la pianta nell’aiola o orto è infatti ormai ben avviata, bisognerà infatti limitarsi a bagnare il terreno attorno al colletto solamente quando questo è completamente asciutto, e qualche volta ci si può permettere di dimenticarla anche per un paio di giorni in più. Se però l’esemplare è molto giovane bisognerà invece seguirlo più da vicino come già indicato quanto alla propagazione e rinvaso. Nei climi aridi, inoltre, può tornare molto utile predisporre una pacciamatura di paglia che aiuta a diminuire la traspirazione d’acqua dal suolo.
Quanto in particolare alle piante in vaso, bisogna evitare con più attenzione di irrigare troppo, perché l’acqua non riesce a disperdersi nel suolo. Controllate quindi sempre che il terreno sia ben asciutto anche a qualche centimetro di profondità, infilando un dito o con degli appositi misuratori, e quando non percepite umidità, bagnate la terra per bene, assicurandovi sempre che defluisca velocemente dal fondo. Aumentare l’acqua potrebbe far nascere funghi e muffe che uccidono la pianta, ma dimenticarla troppo a lungo nei contenitori che si arroventano sotto al sole potrebbe essere altrettanto deleterio.
Evitate comunque di innaffiare nelle ore più calde della giornata, e preferibilemente anche di bagnare le foglie.
Raccolta e conservazione
Il timo può essere raccolto tutto l’anno, sempre con l’accortezza di non eliminare rami grandi, ma prendendo di volta in volta i rametti più sottili, usando cesoie ben affilate e sterilizzate. Potete usare anche delle buone forbici da cucina, ma ricordatevi di disinfettare le lame, soprattutto se poco prima avevate tagliato magari affettati, carne o pesce.
Si consiglia di prelevare solo la quantità che serve, a meno che non si debba essiccare, perché i rametti altrimenti avvizziscono nel giro di pochi giorni. Ogni volta che andate a prelevarne, inoltre, cercate di farlo in punti sempre diversi della pianta, così da aiutarla a mantenere una chioma compatta.
Quando si tagliano i rametti alla base (non i rami più grandi), è possibile farli essiccare così da sfruttarne l’aroma anche nei periodi di riposo vegetativo, quando col freddo andare a tagliare parti della pianta significa sfruttarla un po’ troppo. Possono essere riuniti in mazzetti da tenere appesi a testa in giù in un luogo asciutto, ombroso e arieggiato, oppure ricorrere agli essiccatori che impiegano pochissimo tempo.
In genere poi si prelevano solo le foglioline essiccate, facendo scorrere il rametto tra due dita, e possono essere conservate in barattoli con tappo a chiusura ermetica per preservare l’aroma più a lungo. Vanno bene anche scatoline di latta che si chiudano bene.
Pronti a coltivare la vostra pianta di timo?