Vuoi concimare le orchidee? Scopri come prendertene cura al meglio per avere una fioritura rigogliosa
Le orchidee sono tra le piante da fiore più amate al mondo, con le loro forme e colori infinitamente affascinanti. Coltivarle in casa, però, quando si è lontani dai territori dal clima tropicale dai quali queste piante provengono, richiede un po' di attenzioni da parte nostra.
A seconda delle temperature e della latitudine cui viviamo, ci saranno varietà che si riescono a coltivare più facilmente di altre, perché più capaci di tollerare il freddo e la minore luminosità delle ore diurne soprattutto in inverno, altre invece richiederanno sforzi extra. Più o meno, però, il tipo di concime di cui hanno bisogno le specie più comunemente coltivate in casa e reperibili sul mercato è lo stesso. Leggete oltre per saperne di più.
Il fertilizzante
Sebbene esistano molti prodotti specifici per orchidee che potete acquistare in molti negozi e garden center, un po' come tutte le altre piante quando le nostre orchidee non hanno problemi particolari, il tipo di concime che si consiglia è quello bilanciato in azoto, fosforo e potassio che si suggerisce per il giardinaggio in generale. Li riconoscete perché recano la dicitura "20-20-20" sulle etichette, proprio a indicare l'uguale percentuale di quelle componenti.
Un'accortezza utile, che vale per le orchidee ma non solo, è anche quella di diminuire sempre un po' le dosi rispetto a quanto indicato sulle confezioni, e nel caso delle orchidee si consiglia di dimezzare la concentrazione, quindi usare sempre almeno una quantità uguale di acqua se non anche di più.
Esistono però concimi per orchidee che indicano proporzioni diverse, con preponderanza dunque di uno degli elementi indicati sugli altri. Quale sarà il migliore? In realtà non ce n'è uno che vince sempre sugli altri: le piante, infatti, tendono ad assorbire i nutrienti di cui hanno bisogno, mentre gli altri rimangono nel terreno e vengono poi portati via dall'acqua. Così, a seconda del tipo di orchidea, dei nutrienti che già ottiene dal substrato, dalla composizione dell'acqua con cui le innaffiamo (quella del rubinetto a volte contiene, oltre al calcio, un po' di magnesio e potassio), e anche il modo in cui si somministra il fertilizzante e quando/come si irriga la pianta, ogni esemplare beneficia di più da un tipo di prodotto rispetto che un altro.
Alcune ricerche, però, hanno individuato che per le orchidee a volte è meglio un concime che "3-1-2" ovvero con più azoto e meno magnesio.
In ogni caso, si consiglia di fertilizzare queste piante tra la primavera e l'autunno, sospendendo le somministrazioni in inverno.
Quanto alle dritte di coltivazione, che possono comunque cambiare leggermente a seconda della varietà specifica, è bene ricordare che:
- Vanno tenute in luoghi luminosi ma non alla luce diretta del sole
- Vanno innaffiate quando tutto il substrato (che sia sfagno o corteccia) si è asciugato, e al momento di innaffiarle bisogna tenere il vaso immerso in acqua in modo che tutto il terriccio si impregni, ma poi è fondamentale assicurarsi che l'acqua fluisca via senza ristagnare.
- Preferite vasi trasparenti, così che anche le radici siano raggiunte dalla luce
- Cambiate il terriccio almeno ogni due o tre anni
- Se notate sporcizia appiccicosa sulle foglie, o la presenza di insetti o lanugine bianca, trattate le foglie con una soluzione di acqua e sapone (quello molle potassico puro, che si usa in orticoltura, o uno che vi sia indicato da esperti) per rimuovere manualmente tutto, ed agite poi a seconda del tipo di infestazione che aveva attaccato la pianta.
Avete successo nella cura delle orchidee in casa?