5 piante da appartamento che puoi (quasi) dimenticare di innaffiare
Che belle le piante rigogliose che arredano una casa, quelle sistemate al posto giusto, con vasi, sostegni e portavasi scenografici, che regalano una resa estetica sempre affascinante! Però, non sempre ci lanciamo nella coltivazione di qualche pianta in casa, magari memori di quante non siamo stati in grado di far sopravvivere in passato.
È certo che le piante, in quanto organismi viventi, hanno bisogno di cure, ma ce ne sono alcune che sono davvero così poco esigenti che possiamo - quasi - dimenticarcene per settimane intere. Specie quando si tratta di irrigazione, alcune piante ci lasciano andare in vacanza senza alcun pensiero! Vediamo quelle che possiamo dimenticare di innaffiare... O quasi!
Piante della gomma (Ficus Elastica)
Sebbene possa crescere altissima nel suo habitat, quando la si coltiva in appartamento dove il clima è decisamente meno tropicale, la sua crescita è contenuta, e la rende un'ottima pianta da interno. La temperatura ideale è compresa tra i 16 e i 24 gradi, e ama posizioni luminose ma non esposte ai raggi del sole diretto. La conosciamo anche come pianta della gomma o albero del Caucciù, ed è stata una pianta super popolare negli anni '80 e '90, tornando ancora alla ribalta di recente.
In casa, specie in autunno e inverno, può essere sufficiente innaffiarla anche solo una volta al mese. Infilate un dito nel terreno ogni 3 o 4 settimane: se è completamente asciutto, è il momento di innaffiare per bene, assicurandovi che ci sia un buon drenaggio, e poi se ne riparla il mese dopo!
Piede d'elefante (Beaucarnea recurvata)
In inglese la chiamano "palma Coda di cavallo" (ponytail palm) per il fatto che la sua chioma forma, in effetti, un ciuffo inconfondibile proprio in cima al tronco, un po' come quando si raccolgono i capelli sulla sommità della nuca. L'altro nome comune è "piede d'elefante", per la tipica forma del tronco che si allarga e si gonfia al colletto. Ancora, spesso viene chiamata pianta mangiafumo per via della credenza secondo cui sarebbero in grado di assorbire il fumo negli spazi chiusi, sebbene in realtà abbiano "solo" la capacità di resistere agli incendi.
Di certo c'è che è poco esigente in fatto di irrigazione: anche qui, se non viene esposta al calore diretto, possiamo dimenticarci di innaffiare per circa un mese. Ma sempre meglio controllare anche un po' prima. Ha una straordinaria capacità di immagazzinare acqua, ma meglio non farla sforzare troppo!
Pianta ombrello (Schefflera)
Quando si va a comprare una Schefflera, è possibile trovarsi di fronte a due specie leggermente diverse: una più grande, la Schefflera actinophylla (quella che viene chiamata "pianta ombrello"), e una più compatta, che è la Schefflera arboricola. Le differenze, oltre alla dimensione totale, stanno nel fatto che le foglie della seconda appaiono più lucide, più piccole e a volte sono variegate (verde e crema). Per il resto, la forma e il portamento è lo stesso, con le foglie che si dipanano proprio ad ombrello da ogni singolo gambo.
Ama la luce, ma che sia indiretta, e se tenuta in casa cresce lentamente. Anche in questo caso, va innaffiata abbondantemente solo quando il terreno si asciuga: il che significa, durante le stagioni fredde, che in media possiamo farlo ogni 2 o 3 settimane, mentre bisogna controllare più spesso in primavera ed estate.
Spina del Diavolo (Euphorbia tithymaloides)
Devil's Backbone (in italiano, "spina del Diavolo) è il nome comunque di questa succulenta, originaria delle zone tropicali (dalla Florida al Venezuela ed Indie Occidentali), e caratterizzata da foglie dal contorno irregolare e variegature molto scenografiche. Sviluppa coppe di brattee carnose, di colore rosso, che la adornano come fiori, ma dalle quali poi spuntano infiorescenze in estate.
Come per le altre, va innaffiata solo quando il terreno si è asciugato, assicurando sempre che il terriccio sia ben drenante per evitare ristagni d'acqua. Significa che, in casa e specie in autunno e inverno, possiamo controllare lo stato del suolo ogni 2 o 3 settimane e trovarci a innaffiare davvero anche solo una volta al mese.
Sassi vivi (Lithops)
Luis Fernández García (L. Fdez)/Wikimedia Commons
Devono il loro nome al fatto che sembrano davvero dei sassi, ma si tratta di piante succulente originarie delle aree desertiche della Namibia e del sud Africa. Per enfatizzare questa loro caratteristica, anche quando vengono coltivate in casa spesso vengono circondate da ciottoli. Si scherza anche dicendo che hanno bisogno di cure proprio quanto dei sassi, quindi per niente. È un'esagerazione, ma è innegabile che dei Lithops possiamo dimenticarci più a lungo di tante altre piante, specie se li abbiamo sistemati in luoghi luminosi e con temperature comprese tra 17 e 23 gradi tutto l'anno. In quel caso, dare un po' di acqua una volta al mese (o anche più a di rado) sarà sufficiente.
Quale di queste piante vorreste in casa?