Ammorbidente sì o no? Scopri in quali casi è meglio evitare di usarlo nel bucato

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di Angelica Vianello

21 Maggio 2024

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Ci sono bucati che non vengono come vorremmo senza l'aiuto di un pizzico di ammorbidente, ed ecco che ne abbiamo sempre una scorta in casa. Ma siamo sicuri che lo si possa sempre usare, o che sia assolutamente necessario per ogni tipo di bucato? Scopriamo insieme in quali casi possiamo anche evitare di adoperare l'ammorbidente, e quali alternative abbiamo a disposizione.

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Sebbene sia vero che l'ammorbidente profuma e ammorbidisce i tessuti, è altrettanto risaputo che sia un tipo di prodotto molto dannoso per l'ambiente - con poche eccezioni. Ecco quindi che conoscere i casi in cui è bene evitare di usarlo, e avere a disposizione delle alternative efficaci laddove necessario, ci torna sicuramente utile e fa bene anche all'ambiente.

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Niente ammorbidente per gli asciugamani

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Sembra un controsenso: l'idea di rendere soffice e profumata la spugna di cotone degli asciugamani e accappatoi sembrerebbe richiedere, appunto, un prodotto specifico. E cosa meglio di un ammorbidente? Ebbene, usare sempre questo prodotto sugli asciugamani finisce per ridurne l'assorbenza, il che significa che poi quelli non funzionano come dovrebbero sulla nostra pelle.

È facile, infatti, che l'ammorbidente si accumuli tra le fibre del tessuto senza mai essere lavato via del tutto e a lungo andare rende gli asciugamani più duri, meno assorbenti e magari anche maleodoranti. La tentazione è di aumentare le dosi di ammorbidente, quando invece bisogna fare proprio il contrario. 

Come ovviare al problema? Quando carichiamo la lavatrice con asciugamani e accappatoi, usiamo dell'aceto bianco oppure della candeggina delicata al posto dell'ammorbidente. E se proprio vogliamo tornare a impiegarlo ogni tanto, ricordiamoci di usarne davvero una dose minima!

Niente ammorbidente per i capi sportivi

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Questo divieto è parziale, o meglio si estende solo ai capi sportivi fatti con tecniche traspiranti, che li rendono capaci di assorbire il sudore mentre facciamo movimento, spostandolo dal lato interno del tessuto verso la superficie, dove poi evapora più facilmente (si parla in tal senso di wicking technology). Il problema causato dall'ammorbidente su questi tessuti tecnici è quello di coprirli di una patina che poi impedisce loro proprio di essere traspiranti.

 

Altri casi in cui evitare l'uso dell'ammorbidente

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Ci sono altri tipi di indumenti o capi per cui l'uso dell'ammorbidente potrebbe risultare deleterio:

  • Microfibra: l'ammorbidente riduce sensibilmente la loro capacità di assorbire liquidi e intrappolare la polvere.
  • Tessuti idrorepellenti: il rischio è quello di alterare le fibre di tali tessuti, inficiandone l'idrorepellenza.
  • Capi ignifughi: è il caso di alcuni indumenti da lavoro, ma anche quelli indossati dai bimbi. I depositi lasciati dall'ammorbidente su di essi potrebbero vanificare la loro funziona ignifuga.

Le alternative da provare

A seconda della stoffa di cui sono fatti i vari capi considerati, a volte possono essere trattati con aceto bianco distillato, oppure candeggina delicata (che non rovina i capi colorati). Sono rimedi che sciolgono lo sporco tra le fibre, inclusi eventuali depositi di detersivi e ammorbidenti, e di fatto rendono i capi più morbidi. Funzionano quindi anche come metodi contro lo sviluppo di cattivi odori.

Se poi l'ammorbidente ci piace per il suo profumo, allora possiamo ottenere un effetto analogo ricorrendo a qualche goccia di olio essenziale come magari quelli floreali (specialmente la lavanda) o mentolati, o agrumati. Possono essere usati in spray da preparare a mano e usare sui capi ancora umidi prima di essere asciugati, o anche aggiunti (sempre nell'ordine di 3-4 gocce) al detersivo che usiamo nel lavaggio.

Anche voi evitate di usare l'ammorbidente in questi casi?

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