Come coltivare ortensie rigogliose in vaso: consigli per una splendida fioritura anche in balcone

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di Angelica Vianello

31 Maggio 2024

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Tra le piante più amate di sempre, dalla fine della primavera le ortensie arrivano a incantare gli occhi in parchi e giardini, ma possono benissimo farlo anche sui balconi e terrazzi, visto che è possibile coltivarle in vaso. Sono piante che hanno delle necessità imprescindibili, quindi la coltivazione in vaso significa adattarsi ai loro bisogni e seguirle un po' più da vicino, ma non è affatto impossibile! Vediamo i consigli da ricordare per avere ortensie in vaso rigogliose e belle.

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Quale vaso è migliore per le ortensie?

ortensia in vaso in un giardino

Pickpik

Le ortensie hanno bisogno di spazio, quindi non potrete coltivarle con successo in vasi piccoli, o almeno non a lungo. Il consiglio quindi è quello di tenerle nel vaso in cui le acquistate (se non vi sembra che stiano già strettissime) fino alla fine dell'estate, e poi tra settembre e metà ottobre porle a dimora nel vaso dove volete coltivarle. L'ideale è che sia la loro dimora definitiva, quindi che non dobbiate poi trapiantarle altrove.

Nei climi temperati, i vasi migliori sono quelli di terracotta, che siano di buona fattura: robusti, quindi, e non facili a scalfirsi e rompersi con le escursioni termiche dei mesi freddi. Se invece le vostre ortensie dovranno patire un po' di freddo più intenso, meglio optare per i vasi di resina: niente ceramica, terracotta e materiali porosi che possono congelare.

Quanto alle dimensioni, è bene che le misure della profondità e del diametro siano di almeno 45-50 cm - e in quel caso probabilmente dopo qualche anno dovrete cambiare vaso.

Il materiale e le dimensioni del vaso, poi, vanno considerate anche a seconda del peso che raggiunge una volta riempito di terra, nonché della pianta stessa: se pensate di doverlo spostare per ripararlo dal freddo, o per qualsiasi altro motivo, scegliete i più leggeri o anche quelli dotati di rotelle. 

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Quali sono le ortensie migliori da coltivare in vaso?

@roman_and_ivy/Instagram

Non c'è una regola precisa: dipende molto da dove vivete e la collocazione del vaso quanto a esposizione a sole o vento. In ogni caso, si consiglia di preferire piante che siano notoriamente meno delicate e difficili da curare - e di solito quelle si trovano presso i vivai specializzati o i collezionisti di rarità. 

Di qualsiasi famiglia siano quindi le ortensie, informatevi sulle varietà che hanno un portamento più compatto e una crescita minore, preferendole nei gruppi macrophyllaserratapaniculata. Difficile trovare invece ortensie piccole tra le quercifolia o le aspera. Tutte quelle menzionate finora sono alcune delle famiglie in cui si raggruppano le specie di ortensie esistenti al mondo, di cui le macrophylla sono indubbiamente le più note.

Informatevi quindi sulle dimensioni massime che devono raggiungere, o cercate le varietà "nane" (o "dwarf hydrangeas" in inglese) e troverete molte opzioni tra cui scegliere per i vostri balconi e giardini.

Cura delle ortensie in vaso

@brianbranton/Instagram

  • Esposizione: sono piante considerate da penombra, ma devono comunque ricevere 4 o 6 ore di luce al giorno, solo non nei momenti di caldo più intenso.
    In inverno potete considerare di spostare i vasi in punti più riparati da vento e freddo, specie le gelate. O anche aiutarvi con tessuto non tessuto, ma senza dimenticare di arieggiare la pianta e controllare comunque le sue condizioni con buona regolarità.
  • Terreno: le ortensie sono piante acidofile, quindi usate un terreno specifico, e soprattutto assicuratevi un ottimo drenaggio. Amano infatti l'acqua, ma le radici rischiano di marcire se rimangono immerse in un terreno che non drena.
    Specie al momento dell'impianto, arricchite il terriccio di un po' di compost per aiutare la pianta nei primi mesi di vita.
  • Irrigazione: sono piante molto esigenti anche in piena terra, dunque lo diventano di più in vaso. Controllatele almeno una volta a settimana in primavera e autunno, più di rado (ogni 10-14 giorni) in inverno, e anche un paio di volte a settimana in estate. Il terreno non deve asciugarsi proprio del tutto, o almeno non a lungo. Non tollerano la siccità e si possono bruciare facilmente, ed è anche difficile (non impossibile) recuperarle quando vanno in forte carenza di acqua.
    Quindi infilate un dito nel terreno e assicuratevi che sotto alla superficie, la quale si asciuga sempre più in fretta, ci sia ancora un po' di umidità. Quando quella diminuisce, innaffiate di nuovo. 
    Il terreno deve dunque essere umido e fresco, ma non pregno di acqua. Ecco quindi che il consiglio è di innaffiare abbondantemente a intervalli regolari, e non in modo ridotto ma quotidiano: possiamo abituare le piante a una routine dettata dalle condizioni climatiche, intervenendo più spesso solo quando fa molto caldo.

Quanto all'irrigazione, poi, vale la pena ricordare qualche altro elemento: quando fa molto caldo, considerate di fornire le piante di sottovasi ampi. Il caldo evita rischi di ristagni dannosi per la pianta, ma la aiuta a mantenere umidità. Potete anche mettere dell'argilla espansa nel sottovaso, che si bagna e poi genera un vapore utile a mantenera una buona dose di umidità. Togliete i sottovasi quando ricomincia a piovere più spesso. Se avete timore delle zanzare, informatevi sui repellenti da mettere in acqua più sicuri per le piante, e potrete usarli anche nei sottovasi stessi.

Innaffiate sempre sul terreno, e non sulle foglie. 

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